Paroles de la chanson Muhammad par Classic Sheee
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Paroles de la chanson Muhammad par Classic Sheee
Chi vede nella religione il bene supremo dell'umanità e deve perciò promuoverne la conservazione dovrà anche lottare per la conservazione integra della fede, per la repressione di tutte le tendenze contrarie e perseguitare coloro che le professano come nemici della religione e della vera pietà
(Yeah-yeah-yeah)
(Uh-uh)
(Yeah-yeah-yeah)
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
(Yeah-yeah-yeah)
(Uh-uh)
(Yeah-yeah-yeah)
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
Per il sole e per il suo fulgore
Per il cielo e per il suo creatore
Questi dicono che credono
Ma io non ci credo no
Sento che mentono
Vedo che vendono
Ciò che non tengono
Non se ne avvedono
E non lo seguono
Non lo temono
Non lo amano
E non pregano ma lo chiamano
Lui non è colui che nominavano
Lui non è invisibile è diafano
Il tuo nome il più grandioso
Misericordioso
Qui spiegarlo è sempre faticoso
Per il cielo e per il suo creatore
Questi dicono che credono
Ma io non ci credo no
Sento che mentono
Vedo che vendono
Ciò che non tengono
Non se ne avvedono
E non lo seguono
Non lo temono
Non lo amano
E non pregano ma lo chiamano
Lui non è colui che nominavano
Lui non è invisibile è diafano
Il tuo nome il più grandioso
Misericordioso
Qui spiegarlo è sempre faticoso
La tua compassione non è mai a riposo
Anche se il timorato è cieco e vanitoso
Io non scrivo, io non leggo
Ma hai scelto me come tuo servo
Dammi il libro dammi il verbo
Seimila versi nel tuo gergo
Il mio nome è "Colui che viene lodato”
Nato orfano mi hai riparato
Ero povero e tu mi hai sfamato
Ero errante così mi hai guidato
E la paura in quelle sere nelle prime volte che vidi Gabriele
Io temevo d'esser figlio di Ismaele e di sbagliare come i figli di Israele
E gli empi non credevano volevano più frutti per la loro cesta
Così tu onnipotente li hai colpiti con la folgore tua sulla testa
Anche se il timorato è cieco e vanitoso
Io non scrivo, io non leggo
Ma hai scelto me come tuo servo
Dammi il libro dammi il verbo
Seimila versi nel tuo gergo
Il mio nome è "Colui che viene lodato”
Nato orfano mi hai riparato
Ero povero e tu mi hai sfamato
Ero errante così mi hai guidato
E la paura in quelle sere nelle prime volte che vidi Gabriele
Io temevo d'esser figlio di Ismaele e di sbagliare come i figli di Israele
E gli empi non credevano volevano più frutti per la loro cesta
Così tu onnipotente li hai colpiti con la folgore tua sulla testa
E quando hai dato a Mosè il bene e il male delle leggi sotto la tempesta
Li hai perdonati dopo il pentimento anche se veneravano la Bestia (Ah)
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
Per il sole e per il suo fulgore
Per il cielo e per il suo creatore
Ho visto la pietra nera nella sala
Poi tu mi hai portato alla Moschea lontana
Attraverso sette cieli volo in aria
La mia notte dentro il Libro della Scala
Li hai perdonati dopo il pentimento anche se veneravano la Bestia (Ah)
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
Per il sole e per il suo fulgore
Per il cielo e per il suo creatore
Ho visto la pietra nera nella sala
Poi tu mi hai portato alla Moschea lontana
Attraverso sette cieli volo in aria
La mia notte dentro il Libro della Scala
Ero l'uomo avvolto nel mantello
Non toccavo il sangue dell'agnello
Niente rugiada sopra questo vello
Siamo io l'Arcangelo ed il suo coltello
Al suo cospetto
Ripetevo e non scrivevo ciò che aveva detto
Seimila versi tutti dentro il petto
Li sputo fuori e il mondo cambia assetto
Dopo l'Egira da Medina, la mia Jihad superiore
È difendersi dall'invasore, ma soprattutto una lotta interiore
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
Non toccavo il sangue dell'agnello
Niente rugiada sopra questo vello
Siamo io l'Arcangelo ed il suo coltello
Al suo cospetto
Ripetevo e non scrivevo ciò che aveva detto
Seimila versi tutti dentro il petto
Li sputo fuori e il mondo cambia assetto
Dopo l'Egira da Medina, la mia Jihad superiore
È difendersi dall'invasore, ma soprattutto una lotta interiore
Per il fico, per l'ulivo
Per la strada su cui vivo
Per il monte, per il sidro
Per il verbo fatto libro
Per l'aurora e per le dieci notti
Per il fuoco che arderà i corrotti
Per il sole e per il suo fulgore
Per il cielo e per il suo creatore
Per il cielo e per il suo creatore
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